Russia

L’Italia è da oltre 10 anni il primo importatore nel mercato russo con una quota in valore medio del 30% (circa 262 milioni di euro) e in volume del 20%. Inoltre, questa quota è stabile negli anni. Anche il temuto embargo, che ha tanto spaventato i paesi esportatori negli anni passati, è stato rapidamente superato senza sostanzialmente ribassare i volumi. Da un lato, infatti, i vini fermi hanno progressivamente diminuito il loro appeal sul mercato ma gli spumanti hanno compensato.

Per quanto riguarda i consumi, le denominazioni più note la fanno da padrona e il motivo è abbastanza semplice da comprendere: i consumatori le cercano e le chiedono perché le conoscono!

Le riviste di settore non mancano mai di citare, tra i migliori italiani, Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalcino e Bolgheri, Barbaresco e Barolo e ancora Nobile di Montepulciano e ancora Sagrantino di Montefalco, Aglianico e Franciacorta. A proposito di Franciacorta, molto venduti (e i dati dell’import lo confermano) gli spumanti in genere e il Prosecco che anche qui sta riscuotendo un enorme successo.

Secondo Ice, la crescita del volume del mercato e del consumo dei vini nella Federazione Russa dovrebbe continuare anche nel prossimo futuro. Il successo del Bel Paese è confermato da un rafforzamento progressivo dell’immagine del “brand Italia”: i vini italiani sono apprezzati dal pubblico russo, l’offerta è variegata e di alto livello, i marchi sono conosciuti e il vino è percepito come un piacere e un tratto distintivo del nostro “stile italiano”.