Giappone

Il Giappone ha visto negli ultimi anni un incremento notevole nel consumo di vino made in Italy. Attualmente l’Italia si pone al terzo posto per importazione, a seguito di Cile e Francia, e si prospetta una lunga crescita anche in futuro.

Nonostante il consumo di vino sia destinato a un mercato elitario, il vino italiano ha tanto da raccontare. Il consumo quotidiano, invece, è una cosa recente: prima si beveva infatti solo in occasioni speciali. A partire dagli anni ’90 in poi, piano piano, il vino è entrato nella vita quotidiana dei giapponesi. Tuttavia, il consumo pro capite è ancora basso (3,5 litri), specialmente in provincia; a Tokyo, invece, è quasi 10 litri pro capite.

Il Giappone è un paese che tradizionalmente dimostra grande passione per la tavola e i giapponesi amano, oltre alla bontà di vini, la storia, la cultura e i paesaggi che stanno dietro a essi. Per quanto riguarda il vino italiano, lo share nel mercato è stabile, più o meno al 15% da anni, grazie anche al grande successo della ristorazione italiana. L’obiettivo adesso è fare in modo che il vino italiano entri nelle case e nei ristoranti giapponesi.

Le bollicine vanno bene e si assiste ad una crescita anche del Franciacorta. Trentodoc, Barolo, Brunello e Chianti Classico sono molto apprezzati, così come pure di successo sono i vini siciliani. Dal momento che il consumo di vino in Giappone è elitario ma i giapponesi sono disposti a pagare un prezzo anche caro, bisogna iniziare a comunicare loro il fascino di certi vini. Tra l’altro questo mercato si caratterizza per il fatto di essere abbastanza emotivo, ovvero i consumatori giapponesi si affezionano ai vini e ai produttori e sono molto fedeli una volta diventati clienti.